Pagina (30/249)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Bravo bravosi udí attorno; e io tirato pel braccio da Ippolito scesi col mio scartafaccio sotto il naso. Tutti si levarono in piedi, come liberi da un peso, quando: "Zitto!" si udí, e si vide alla tribuna un bassotto, che gridò: "Sonetto in lingua napoletana". La brevità e la novità della poesia fece seder tutti. Giovannino, ch'era lui quel desso, recitava adagio e con grazia quelle frasi goffe, tutte da ridere, e terminò il sonetto tra una salva di applausi. La gente si precipitò verso il fortunato sonettista; e le signore lo baciavano; i giovani si congratulavano; i papà gli accarezzavano il mento, lui modesto e contento in tanta gloria. E l'abate sbirciando vide me tutto solo dall'altro lato, e venne e mi disse. "Hai dovuto faticar molto neh!, povero giovanotto". "Quindici giorni", diss'io, alzando gli occhi stizzito. E l'abate mi fece una carezza, come per consolarmi.
      Quando fummo di ritorno a casa, zia Marianna ci aspettava, e volle saper da me come l'era andato. Io aveva come uno strale nel core, e non ebbi la forza di confessare la mia sconfitta, e inorpellai un po' le cose "Ippolito mi disse ch'era tardi, e io lasciai lí, e la gente mi applaudí, gridando: Bravo, bravo!" "Non è vero, - saltò su Giovannino; - gli applausi furono fatti a me, non a te". "Anche a me", diss'io. E sí e no, gli occhi ci si accendevano, e zia Marianna rideva.
     
     
      Capitolo SESTODOMENICO CICIRELLI
     
      A quel tempo avevo già i miei sedici anni. Compiuti erano gli studi letterarii e filosofici. Avvezzo a una vita interiore, avevo pochissimo gusto per i fatti materiali, e badavo piú alle relazioni tra le cose che alla conoscenza delle cose.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Giovinezza
Frammento autobiografico
di Francesco De Sanctis
pagine 249

   





Ippolito Marianna Bravo Giovannino Marianna