Pagina (177/249)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Questo io chiamavo trasparenza dello stile. La chiarezza ha per sua compagna la semplicità, che è la cosa nella sua apparenza immediata, nella quale si acquieti lo spirito. Lo splendore della chiarezza è l'eleganza, la quale perciò non è convenevole, quando non sia richiesta dalla natura delle cose o dal colore del tempo o da altre condizioni particolari. "Ciò che luce sempre, - dicevo io, - si arrugginisce e invilisce". La chiarezza sta nella quantità e qualità degli aggiunti o accessorii intorno all'idea principale. Dicevo che ciascun argomento dee avere il suo protagonista, com'è in un quadro, visibile in tutte le parti. Illustrai il simplex et unum di Orazio. Questa unità di disegno doveva determinare le idee che possono entrare nell'argomento. Ma ciascuna di queste idee era a sua volta un protagonista, circondato e illuminato da idee necessarie e accessorie. Di qui cercavo il fine e il contenuto del periodo. Non volevo lo stile a singhiozzi, ch'era spesso una mutilazione; ma non volevo neppure lo stile periodico, che portava spesso alla digressione o distrazione, al troppo e al vano. Sul numero e sulla scelta degli accessori mi giovò assai il Beccaria, quantunque non approvassi quel suo ridurre lo stile quasi a un meccanismo. La forza è il rilievo della chiarezza, e si ottiene mediante il parallelismo o il contrasto o l'urto delle idee, che ti fanno balzare innanzi una nuova idea improvvisa, quasi una sintesi che si affacci nello spirito stimolato e percosso dall'analisi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Giovinezza
Frammento autobiografico
di Francesco De Sanctis
pagine 249

   





Orazio Beccaria