La stessa grande divisione di prosa e poesia non basta a determinare i generi, perché lo stesso contenuto si esprime in poesia e in prosa, secondo le sue impressioni nel tal tempo e nel tal luogo. Per esempio, il poema epico e la storia appartengono allo stesso genere, quantunque l'uno sia poesia e l'altra sia prosa. I generi e le loro forme hanno la loro origine e il loro andamento nella storia dell'umanità, attraverso i secoli. Il linguaggio dell'immaginazione e del sentimento precede il linguaggio della riflessione. Perciò la poesia apparisce prima, e la prosa è invece il tardo frutto dell'intelletto venuto a maturità". Queste osservazioni parvero nuove, perché Giambattista Vico era piú ammirato che studiato. Io per conclusione feci una lezione sulla Scienza Nuova, che destò nei giovani il desiderio di quello studio, e parecchi andarono a sentire le dotte lezioni di Enrico Amante sopra il Vico.
Il primo linguaggio dell'anima fu la lirica. E di qui cominciai il mio corso. La distinsi, secondo il contenuto, in religiosa, eroica ed amorosa. Toccai della lirica greca e romana, riserbando la trattazione a un corso speciale. Mi fermai molto sulla lirica ebraica, esaminando in ispecie il libro di Giobbe, il canto di Mosè dopo il passaggio del mar Rosso, i Salmi di Davide, la Cantica di Salomone, i Canti dei profeti, specialmente d'Isaia. Avevo sete di cose nuove, e quello studio era per me nuovissimo. Non avevo letto mai la Bibbia, e i giovani neppure. Con quella indifferenza mescolata di disprezzo, che allora si sentiva per le cose religiose, la Bibbia, come parola di Dio, moveva il sarcasmo.
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La Giovinezza
Frammento autobiografico
di Francesco De Sanctis
pagine 249 |
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