Capitolo ventesimottavoIL GENERE NARRATIVO
Questa storia di bassi fondi non giungeva sino a noi. Quello che c'era di novità non ci attirava, perché già da lungo tempo ci eravamo messi in una nuova atmosfera letteraria, con serietà d'intenti e di studi, e ci parevano ridicoli i pretesi novatori, non vedendo in loro che ignoranza e superficialità. L'inverecondia delle polemiche ci moveva disprezzo e disgusto. La persona di Basilio Puoti c'era divenuta piú veneranda, appunto per le basse contumelie di cui era fatto segno.
La conclusione fu che ci demmo con piú ardore agli studi, cercando con avidità tutti i libri nuovi intorno ai problemi letterari, di cui allora si parlava molto piú con presunzione che con competenza. Questi libri circolavano nella scuola; se li prestavano, ne disputavano; io i miei li prestavo volentieri, e ne parlavo sempre, e non tacevo mai le fonti ove attingevo.
Quest'anno il mio corso fu intorno al genere narrativo, sotto il quale compresi il poema epico e la leggenda, il romanzo e la novella, la storia e la biografia, il romanzo storico. Continuavo lo stesso metodo. Prima era l'esame del contenuto in sé e nelle sue condizioni di tempo e di luogo, da cui si derivavano le forme, cioè a dire la situazione e l'ordine, i caratteri, lo stile, ecc. Per dare un concetto adeguato del poema epico nelle sue vicissitudini, feci una specie di quadro storico dell'umanità, andando dalla famiglia al comune, dal comune alla nazione, dalla nazione ai grandi centri di civiltà. Cosí classificai Omero, Virgilio, Dante, Ariosto, Tasso, Milton, Klopstock.
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La Giovinezza
Frammento autobiografico
di Francesco De Sanctis
pagine 249 |
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Basilio Puoti Omero Virgilio Dante Ariosto Tasso Milton Klopstock
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