Hai dunque una esposizione che è a un tempo già azione, e condotta con tale coscienza dell'insieme, che ce lo vedi già dentro in embrione. Nel secondo atto sono due scene in contrasto, che fanno presentire da qual parte sarà la vittoria: da una parte i generali del Visconti, discordi di tendenze e di opinioni; dall'altra il Conte nella calma della sua forza, che dà le sue disposizioni, sicuro dell'ubbidienza. E non solo la distribuzione delle scene è assennata, ma anche la gradazione dei caratteri. La buona fortuna, la confidenza soverchia in se stesso toglie al Conte di veder chiaro, sì che cade nel tranello tesogli dal Senato, dove il Gonzaga, tanto a lui inferiore d'ingegno e di esperienza, ma di giudizio sano, non guasto dalla buona fortuna, vede subito l'inganno e non è creduto dal Conte. Il contrasto fra la fatuità del Carmagnola e il buon senso del Gonzaga dà luogo a una scena che fa molta impressione sul critico tedesco. Il quale trova anche assai ben disegnato il Doge che rappresenta la ragion di Stato, e sente e libra i diversi pareri; mentre al disotto di lui Marino, che rappresenta l'egoismo patriottico, è pronto a spezzare un istrumento divenuto pericoloso, e Marco, che rappresenta le idee di umanità e di giustizia, cerca indarno di salvare l'amico. Anche i due Commissarii veneti nel campo sono ben graduati, l'uno ardito, espansivo, l'altro chiuso in sé, calmo e furbo. Quanto al patetico, la tragedia al dire di Goethe è come un tranquillo fiume, che giungendo al mare spumeggia e strepita.
| |
Visconti Conte Conte Senato Gonzaga Conte Carmagnola Gonzaga Doge Stato Marino Marco Commissarii Goethe
|