Poi, il poeta degli Inni ha dentro di sé tutto un nuovo mondo religioso e morale, che gli si mette attraverso alla storia. E non volendo rinunziare all'ideale, e non volendo adulterare il reale, li mette di rincontro, storia e invenzione, mondo reale e mondo ideale. Così nacque la celebre teoria de' personaggi reali e inventati, un mondo misto, storico-poetico, dove storia e poesia, ciascuna nella sua sfera, s'incontrano senza toccarsi, l'una fuori dell'altra. Dirimpetto alla storia ci è il Coro, la voce del poeta; e in mezzo alla storia sorge la figura di Marco, l'idea di un mondo migliore rimasto vittima della ferrea età.
Trovare una combinazione, dove storia e arte, reale e ideale, l'avvenuto e l'inventato potessero coesistere, distinti nella loro unione, fu fin d'allora il problema che tormentò il nostro artista. Collocare il suo ideale in un mondo rigidamente storico e positivo, non confondere i due mondi l'uno con l'altro, anzi tenerli così spiccati nella loro differenza che il lettore possa dire:--questa è storia, e questa è invenzione; questo è reale, e questo è ideale--; suscitare un doppio interesse, un interesse storico e un interesse artistico, pure in tal modo che il tutto sia omogeneo, con unità di composizione e d'interesse; questo fu lo studio, nel quale Manzoni si ostinò con la paziente tenacità d'un convincimento sincero. Questo tentò nel Carmagnola, ritentò nell'Adelchi, questo si sforzò di conseguire ne' Promessi Sposi. E quando in mezzo agli applausi del pubblico il suo intimo senso lo avvertì che l'intento non era ottenuto, diè torto al pubblico, giudicò il suo lavoro un genere ibrido, e sentenziò il problema essere assurdo e d'impossibile soluzione.
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