Può la storia trarre dall'arte i suoi colori, e può l'arte trarre dalla storia il suo materiale. Avrai storie poetiche e poesie storiche. In tanta vicinanza di confini, in tanta strettezza di relazioni può l'una aiutare l'altra ad ottenere il suo fine, a patto che resti un semplice aiuto, un accessorio utile. Sono generi di scrivere mescolati, che a poco a poco purificandosi, acquistano coscienza di sé, e si separano e traggono i loro mezzi dal fondo proprio. Filosofie poetiche diventano la filosofia; storie poetiche diventano la storia, e poesie storiche o filosofiche diventano la poesia, si purificano anche loro, acquistano coscienza di sé. È la naturale elaborazione della vita, che procede sempre verso la distinzione.
Quando l'immaginazione abusa dei suoi mezzi, esagerando ed astraendo la vita, ecco, il reale è là che la richiama nei suoi confini. Il sentimento del reale diviene l'energia della nuova critica, come fu negl'inizii del secolo decimottavo, e come ritentò Manzoni nel secolo appresso. Ponendo a base dell'arte il reale positivo, Manzoni incoraggiava gli studi serii, raffrenava i soverchi trascorsi dell'immaginativa e dell'astrazione, avvicinava l'arte ad una forma popolare, organica, sciolta da ogni meccanismo preconcetto, svezzava gli spiriti da quelle facili costruzioni improvvisate in pochi giorni, arricchiva l'arte, gittandola in regioni inesplorate, di nuovi elementi e di nuovi motivi. Nella sua critica c'era dunque molto di vero e di utile, e la sua riforma è rimasta come un salutare e serio avviamento dato all'arte.
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