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      Perché all'arte importa nulla che il suo contenuto sia storico o sia inventato; ma ciò che le importa assai, è che il suo contenuto, o storico o immaginario, sia reale. E il reale nell'arte non è l'accaduto, non è natura e non è storia, ma è il loro riflesso nell'immaginazione, come il reale in filosofia è il loro riflesso nell'intelletto, e come il reale in religione è il loro riflesso nel sentimento. È là, nell'immaginazione, che natura e storia sono covate ed elaborate, ed escono a vita nuova, vita che non è riproduzione, ma vera produzione, con carattere e fisonomia sua. Quando l'immaginazione lavora in se stessa e produce della sua sostanza, trastullandosi come fanciullo co' suoi castelli di carta, senz'altro scopo della sua attività che un puro gioco, avviene la decadenza dell'arte; ed è segno di rinnovamento, quando natura e storia, esagerando anche la loro importanza e cercando di sostituirsi a quella, la richiamano all'osservanza del reale. Queste esagerazioni o del vero intellettivo e astratto o del vero positivo e storico sono sempre indizio di crisi benefiche, appresso alle quali ritorna la salute. Chi gitta uno sguardo sulle ultime sorti della nostra letteratura, vedrà che dalla esagerazione d'ideali intellettivi e astratti è uscito Parini, Alfieri e Foscolo, e dalla esagerazione del vero naturale e storico è uscito Manzoni e la sua scuola. E poiché sono in su questo discorso, noto che oggi ritorna la stessa esagerazione con altro nome, perché quello che a' tempi di Manzoni dicevasi vero positivo, naturale e storico, oggi dicesi realismo.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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