E quantunque i fenomeni di questo realismo esagerato esprimano una certa lassitudine e superficialità dell'arte, pure non me ne spavento; perché uno studio anche eccessivo del reale ha sempre una efficacia educativa sull'immaginazione, che vi si rinfresca e vi si rinnova. Si può dire che il realismo sia un riposo necessario della stanca virtù formativa, mentre lo spirito dato all'osservazione lavora a preparare e accumulare un altro materiale, che spoltrisca l'immaginazione, porgendole nuovi stimoli e nuovi motivi. Tale benefica virtù aveva anche allora quella tanta voga di storia, sì che come nel passato secolo tutto era filosofico, allora tutto era storico. La storia svolgeva l'immaginazione dalle astrattezze e dalle vane cogitazioni, dagl'ideali nudi, e la tirava fuori da' soliti repertorii, mettendole innanzi un materiale nuovo e concreto, perfettamente determinato nei suoi motivi, nelle sue idee e nelle condizioni della sua esistenza. L'immaginazione lavorando sopra un materiale positivo, e mossa da quello, mossa dallo stesso ardore della investigazione storica, poteva assimilarselo, scaldarlo, idealizzarlo, dargli una forma venuta di colà dentro, ispirata e prodotta da esso medesimo, una forma storica, anche dove il materiale sia inventato, storica nella concezione, nel disegno, nel colore, nella misura e nell'armonia, una forma che è poesia, e ti pare storia. Guarda il materiale storico ne' mediocri: rimane grezzo, o senza forma, o in forma fantastica e arbitraria: quasi l'immaginazione lavori per conto suo, e non sia immedesimata con quello.
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