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      Sicché questo Romanzo è uno di quei lavori capitali, che nella storia dell'arte inaugurano un'era nuova, l'era del reale.
      Non è già che l'ideale qui faccia difetto, anzi l'ideale è qui tutto un mondo morale e religioso che si sviluppa in mezzo al movimento del secolo decimosettimo, e diviene la tendenza, se non vogliamo dir proprio lo scopo del racconto. Come ne' drammi e ne' romanzi del passato secolo, qui è chiara la tendenza dell'Autore a inculcare negli animi il suo mondo morale, il mondo della rassegnazione, della carità e della preghiera, che emerge vittorioso e lucente tra le passioni e i pervertimenti della realtà storica. E non solo è qui un mondo ideale che tende a separarsi dal contenuto e a porsi solo esso nella immaginazione de' lettori, ma non si può neppur dire a prima vista che esso emerga naturalmente dal seno del contenuto. Anzi è chiaro che esso è un mondo perfetto e divino che preesiste nella mente dello scrittore, a quel modo che dicono l'anima non solo distinta dal corpo, ma preesistente a quello. Mantenere l'ideale nella sua purezza e nella sua perfezione, considerare la vita come un semplice velo, di sotto a cui esso trasparisca nella sua integrità, questo era il domma dell'arte antica, l'assioma di tutte le critiche. Quelli che avevano più vivo il sentimento del reale, vi aggiungevano un cotal processo di formazione, sicché l'ideale fosse pienamente calato nella vita e vi simulasse tutta l'apparenza di quella. Ma, volta e gira, l'ideale rimaneva pur sempre quello, puro e astratto, e il reale non era altro che un velo o involucro più o meno denso, più o meno vicino alla vita.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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