L'idea è dunque lo stesso fatto sociale, così come si mostra ne' suoi diversi aspetti, e i giudizi, le tendenze, le simpatie dell'Autore non sono elementi postumi e personali e soprapposti, ma sono parti anch'esse di quell'organismo storico, entro il quale se molti facevano altrimenti, tutti giudicavano nella loro coscienza allo stesso modo. Abbiamo così la base di un vero Romanzo storico, dove l'idea non fa stacco, perché nelle sue varie gradazioni, nella sua purità eroica, nella sua mezzanità, ne' suoi pervertimenti trova riscontro nelle simili gradazioni dello stesso fatto sociale, o che gli avvenimenti sieno inventati, o che sieno positivi. E la grande originalità del Romanzo è appunto questa, che la sua base non è una storia mentale preesistente a' fatti e impostasi a quelli, ma è una storia reale e positiva, nella quale si sviluppa naturalmente tutta quella serie d'idee che costituiscono il mondo morale del poeta. Quello che a Manzoni pareva un genere ibrido, è appunto la grande novità che caratterizza questo secolo, e dov'egli è sommo, l'aver sostituito agl'ideali assoluti e astratti storie concrete e positive, in cui quelli acquistano un limite e diventano veri organismi storici. E il secolo in questa via ha talmente camminato, che oggi siamo giunti proprio all'opposto, all'assorbimento dell'ideale nel «realismo»: dico assorbimento, e non eliminazione o negazione; che sarebbe non un progresso, ma un'assurda caricatura.
L'originalità del Romanzo è dunque in questo, che l'ideale non è una idea del poeta, un suo proprio mondo morale foggiato dal suo spirito e che faccia stacco nel racconto, ma è membro effettivo ed organico d'una storia reale e concreta.
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