Voglio oggi offrirvi un primo studio sul secolo XIX. Dopo dovrò dirvi in che modo io lo abbia fatto, come abbia trovato la materia della critica, e sarà una lezione sopra la lezione. Perciò ho bisogno di uditori benevoli non solo, ma di giovani che mi sieno intorno come il «mio due», il mio opposto, il mio controllo. Ciò che si chiama lezione, diventerà studio e scuola in cui giovani e maestro sieno una sola e medesima cosa.
Ora, vi darò un semplice avviso. Farò le mie lezioni il lunedì e il venerdì dalle due alle tre e mezzo. Straordinariamente, mercoledì, vengano da me nell'Università quei giovani che non si spaventano di questa prospettiva, che intendono lavorare con me e formare una di quelle scuole di lavoro comune che fanno difetto in Italia e formano la grandezza della Germania. Questi «studenti effettivi» li prego di riunirsi in seduta preparatoria mercoledì alle due. Là li conoscerò, esporrò loro i miei criteri, il metodo che terremo, il modo di organizzare la nostra scuola. Noi saremo gli attori, gli «uditori» saranno la platea. Il professore non dovrà esser solo e presentare semplicemente il lavoro suo, ma il suo e il lavoro dei giovani.
Come dicevo, vengo ora ad offrirvi un primo studio sul secolo XIX.
Signori, riportatevi alla fine del secolo XVIII. Qual è l'ultimo lavoro letterario che fa grande impressione? Per cui solo, quasi, rimane l'autore immortale? I Sepolcri di Ugo Foscolo. E che cosa sono questi Sepolcri? Sono il mondo della natura e dell'uomo, senza cielo, senz'anima, senza Dio.
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