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      Ma questa società che era scomunicata, derivava dal cielo; colui che stava alla cima di essa dicevasi vicario di Dio, quelli che rappresentavano il potere laico erano i re per grazia di Dio. Se un uomo nasceva ricco, e un altro in altre condizioni, se ci erano frati oziosi, clero corruttore vestito alla laica, con laicali tendenze, se ci era una nobiltà accanto alla monarchia del diritto divino, ciò era pei fini imperscrutabili di Dio.
      Chi legge i libri di quel tempo, vi troverà il segreto dell'odio contro il cielo, nei primi momenti della lotta. Ed è un progresso: prima ci era stata indifferenza, ora ci è odio. Si crede alla complicità del cielo con quell'ordine sociale, con quella degenerazione e corruzione.
      Tale è il contenuto della letteratura del secolo XVIII. Leggete i filosofi e i poeti nostri e vi troverete l'uomo come è per natura, troverete libertà, eguaglianza, guerra contro le istituzioni e contro il cielo che le protegge. Qual'è la forma di questo contenuto?
      Parini, Alfieri, Foscolo, i grandi del secolo XVIII gli dànno la forma. Tutto quello è effetto di un pensiero scientifico che a poco a poco ha fatto le sue conquiste, specialmente in altre nazioni, e che ora giunge in Italia. Quell'uomo in stato di natura, guastato dalla società, non è qualche cosa di vivente, che si trovi nelle condizioni storiche e reali. Queste sono la negazione dell'ideale venuto dalla speculazione, astratto, pensato, non calato nella vita. E l'uomo può avere l'ingegno che vuole, ma deve subire la necessità del suo concepire che è lui stesso.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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