Primi saggi in cui si rivela già l'ingegno: c'è la forma plastica, chiara del Monti; ci trovate però qualcosa che vi annunzia che quel giovane farà il suo cammino. Sentite l'orgoglio in que' versi: - Voglio tentar nuove vie, /* o far, che s'io cadrò sull'erta, Dicasi almen: sull'orme proprie ei giace - . */ Ci sentite un elevato mondo morale, che era la vera conquista della letteratura del secolo XVIII: /* ...conservar la mano Pura e la mente: de le umane cose Tanto sperimentar quanto ti basti Per non curarle: non ti far mai servo. */ L'Urania è un ideale, l'ideale di Pindaro che si forma nella sua mente: è lui che sente in sé qualche cosa di Pindaro: ci trovate indizii di qualche cosa di nuovo. Dategli un mondo nuovo e svilupperà le sue forze. A Parigi, in mezzo a quella corrente di romanticismo alla Staël, il giovane si arresta, studia la letteratura tedesca, la francese: e non gli bastano libri, si mette in comunicazione
col mondo vivente, con Goethe, con Cousin, fu il beniamino di Fauriel. La sua vista s'è allargata, tornerà in Italia con orizzonte più vasto. Esce dagli studi romantici, appropriasi il romanticismo come allora era concepito. Nel 1815, quando tutto era Santa Fede, concepite come un poeta tornando da Parigi in Italia faccia succedere ai Sepolcri gl'Inni sacri. Concepite il cammino per cui da un mondo senza Dio, senza cielo, si giunga al Natale, alla Passione, alla Pentecoste. Ma quest'Inni sono forse il cielo? il cielo quale concepivalo il secolo XVIII, cielo della autorità, del diritto divino, del dispotismo, del papato e della monarchia, contro cui sentivasi ancora il ruggito di Foscolo e di Alfieri?
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