Volga i lamenti in giubilo,
Pensando a Cui somiglia?
Ecco la parte viva degl'Inni. Quando il poeta vuol gettarsi nel soprannaturale, comparisce oratorio, retorico; quando si accosta alla terra, le sue forme sono semplici ed eloquenti. Cavate già l'indizio che quest'uomo non è nato per rappresentare l'ideale come concetto dell'intelletto; quando troverà un campo determinato, svilupperà la sua potenza.
Negl'Inni trovate appena qualcosa di ciò che sarà quando scenderà in terra: mettete questo mondo accanto ad Ermengarda, a Napoleone morente, ai Promessi Sposi, e comprenderete che la forma semplice, moderna, la troverà quando avrà occasione di accostarsi alla realtà.
Terminata questa parte dello studio, dovrei cercare qualche frase per farmi applaudire, ma io parlo alla buona, senz'effetto. Solo vi dico, poiché si fa oggi molto uso della parola «positivo», che noi dobbiamo in modo veramente positivo studiare.
[Ne La Libertà del 31 gennaio 1872].
Lezione II
[L'IDEALE RELIGIOSO DEGL'«INNI» - ADELCHI]
Cerchiamo dunque di fissar bene i risultati ottenuti dalle investigazioni che l'altra volta facemmo. Siamo riusciti a questa conchiusione, che gl'Inni del Manzoni sono un ritorno del mondo religioso, ma per le condizioni dello spirito moderno e appunto perché quello è un ideale di ritorno, non è immediato, diretto. Trovammo che negl'Inni la parte teologica è soverchiata dalla parte morale, il sentimento religioso dal sentimento artistico. Non vengo ora a darvi delle prove, do il risultato degli studi fatti su questo ritorno dell'ideale religioso nel secolo XIX. Ma non ci è più il sentimento del soprannaturale, il sentimento di ciò che è santo, bensì un mondo morale elevato, una bella forma artistica.
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