Se Manzoni avesse fatto così, se per esempio nella Pentecoste fosse entrata la contraddizione storica, ed egli avesse preso il flagello di Dante, che impressione avrebbe fatto sulla vita contemporanea, quante repulsioni, quante collere, quanti applausi suscitati!
Se volete vedere qualche cosa di simile a ciò che avrebbe dovuto avvenire, rammentiamo quando giunsero in Italia le Ultime parole di un credente, di un prete, di Lamennais. Ricordo (io era giovinotto allora) che profonda impressione fece quel libro venuto a noi tardi, tradotto, orribilmente tradotto. Quante irritazioni, quante confutazioni sollevò. Cosa era? Era il prete che finiva apostolo della rivoluzione, che avea sentito il suo secolo. Così Victor Hugo, così Lamartine, che avean cominciato tra le nebbie reazionarie, se ne svilupparono sentendo la voce dell'età contemporanea. Verso la fine Lamennais invoca Dio contro gli oppressori della Polonia, si rivolge al papa, che secondo Cristo dovrebbe essere il sostegno della democrazia, proteggere gli sforzi degli amici della libertà, che vogliono scuotere il servaggio: voi ci sentite non solo l'ideale cristiano, ma ancora qualcosa della vita reale.
Un esempio più recente. Quanta impressione ha fatta la Vita di Gesù di Renan! Qual è il segreto di questa impressione? Eccolo: Renan abbozza Cristo mentre ha innanzi il mondo morale contemporaneo, il mondo della libertà; egli è un uomo di questo secolo, appartiene ad un partito politico, ha una patria, una missione: tutto questo rende il libro attraente, perché voi vi sentite un riflesso della società vivente.
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