Non ci è solo un sentimento scientifico, il desiderio di trovare la storia nelle forme primitive, originali, scartando i giudizi affrettati, vagliando i risultati ottenuti da altri. Non è solo lo spirito del passato, che vi spiega lo sviluppo dello spirito storico. Ci era ancora la stessa tendenza reazionaria contro il secolo XVIII.
Ma spieghiamoci. Le parole «rivoluzione» e «reazione» non devono prendersi in senso assoluto, indicando «reazione» quanto c'è di male, «rivoluzione» quanto c'è di santo. Vi sono reazioni più potenti macchine rivoluzionarie, che le stesse rivoluzioni. Per cui anche le reazioni hanno il loro significato storico, la loro efficacia. Vediamo nella storia questo spirito reazionario contro il secolo XVIII.
Dapprima si domanda: - Come mai dalla storia han potuto nascere i saturnali del '93, Marat, Robespierre? - (I quali però erano uomini che avevano in sé lo spirito del loro secolo). Allora si cerca di rifare il mondo storico, di andare alle prime sorgenti, di far la critica ad uso di un partito politico, per vedere se possono venir fuori nuovi risultati. Con queste idee preconcette si ottengono risultati opposti a quelli del secolo XVIII.
Per uscire dalle astrazioni vi darò un esempio, il più vicino alla nostra lezione: la questione longobarda. Come il Risorgimento parlava con isdegno e disprezzo del Medio Evo, considerandolo epoca di barbarie, così il secolo XIX fa centro di studi il Medio Evo, e s'incontra con la questione longobarda, la quale non fu agitata solo in Italia.
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