Ecco l'origine dell'Adelchi.
- Chi è questo Adelchi? - direbbe don Abbondio, se vi ricordate. Com'esce fuori? Desiderio si comprende, egli fu l'ultimo re longobardo; si comprende Carlomagno: sono uomini della storia, naturali eroi della tragedia storica. Ebbene, questa tragedia si chiama l'Adelchi.
Qui dovrei spiegarvi come Manzoni concepisce la tragedia storica in opposizione alla tragedia astratta di Alfieri; come cercò concordare l'ideale voluto dall'arte e il reale comandato dalla storia; come, non potendo risolvere il problema, venne ad una conchiusione strana, creare personaggi reali ed ideali, metterli insieme, in linea parallela. Concezione falsa, assurda, ma di cui ora non posso parlarvi: ce ne occuperemo quando vedremo il modo come Manzoni concepisce il romanzo storico.
Intanto, nell'interesse de' nostri studi, prendiamo a corpo a corpo l'Adelchi. Chi è questo Adelchi? È l'ideale degl'Inni, l'uomo dal carattere indeterminato, che Manzoni abbozzò, ci cominciò a mostrare nei suoi Inni, e che egli vuole realizzare. Immerso negli studi storici, obbligato dalla sua teorica a creare caratteri ideali, prende il figlio di Desiderio, Adalgiso, ne fa la sua creatura, il suo ideale realizzato, ne fa l'Adelchi. Lasciando per ora tragedia e personaggi storici, Adelchi è quel tipo di eroe cristiano che ei cerca tradurre.
Vediamo di abbozzarlo bene come lo concepisce Manzoni. Siamo in tempi barbari, tempi di violenze, tanto da parte di quelli che parlano in nome di Dio che da parte di quelli i quali son contro Dio, di chi scomunica e di chi è scomunicato.
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