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      Come potete interessarvi alle piccole gradazioni dell'anima delicata e sensitiva di Adelchi, e seguire nel suo sviluppo speciale quell'anima che si sfoga in parole? Adelchi dà il titolo alla tragedia, ma rimane essere secondario.
      Manzoni stesso che ha sviluppato il senso critico, dice: - Nessun critico dirà dell'Adelchi tanto male quanto io ne penso - . Ma quando lo diceva? Quando Adelchi erasi compiuto innanzi alla sua immaginazione, quando l'ideale era calato nella vita, e Adelchi era diventato padre Cristoforo, Federigo Borromeo.
      Se vogliamo acquistare il senso critico, studiando gli autori dobbiamo seguirli così in tutto lo sviluppo della forma del loro ideale, come il naturalista segue il germe in tutte le sue gradazioni nel diventare erba. Anche l'arte ha i suoi antecedenti, i primi tentativi di formazione. Così negl'Inni abbiam veduto i primi lineamenti dell'ideale del Manzoni, nell'Adelchi il primo abbozzo; ne seguiremo gli ulteriori sviluppi nelle seguenti lezioni.
     
      [Ne La Libertà, 7-8 febbraio 1872].
     
     
     
      Lezione III
     
      [ERMENGARDA]
     
      Seguiamo il nostro cammino e, prima di fare un altro passo innanzi, guardiamo al passo che abbiamo già dato.
      Vedemmo come Manzoni studiossi di rappresentare nell'Adelchi l'ideale calato nella storia, l'ideale di quel mondo che in lineamenti generali già si rivela negl'Inni. Ebbene, mentre da una parte cerca rappresentare il lato virile di questo ideale, gli lampeggia innanzi alla mente il pensiero di poter mettergli accanto il femminile, e studiasi di realizzare questo nuovo tipo dell'ideale femminile in Ermengarda.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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