Adelchi ed Ermengarda nelle cronache sono puri nomi, non vi è alcuna traccia di quello che essi furono; parlo di quello che furono internamente, come caratteri, perché dalla storia si sa come finirono Adelchi ed Ermengarda.
Il poeta, che vuol fare una tragedia storica, si sente le mani libere quando ha a fare con questi due, e in entrambi cerca rappresentare il suo ideale, maschile e femminile.
Qual è l'ideale femminile come ci apparisce negl'Inni? Ci è una parte comune all'uomo: la delicatezza, la preghiera, il perdono; ma ci è la parte propria della donna.
L'uomo ha un campo più vasto della donna innanzi a sé, ha la vita esteriore in corrispondenza col suo mondo interiore, ha per obbiettivo la giustizia, la libertà, la patria, la natura, tutto il mondo. Qual è l'ideale nuovo, cristiano, rappresentato in Adelchi? È la giustizia, Dio non come Dio semplicemente, ma come giustizia, essendo Adelchi il giusto che trova offesi i suoi sentimenti dal Medio Evo, da quel tempo di barbarie e di violenza. In lui avete la lotta tra l'ideale nuovo fluttuante innanzi alla sua mente giovanile e la realtà - ideale vuoto di energia. E Adelchi io l'ho nominato più un tentativo di uomo che un uomo vero, vivente.
Per la donna l'universo è una cosa sola: l'amore; attraverso all'amore ella vede il mondo, l'amore modifica l'ideale che le si presenta dinanzi. Per Adelchi l'idea cristiana in se stessa non è direttamente Dio al quale rivolgesi lo spirito nel suo raccoglimento, ma è il Dio della giustizia, della libertà, del diritto.
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