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      Per Ermengarda l'ideale religioso non rimane idea astratta della giustizia: ella, come donna, ha bisogno di qualche cosa di più plastico per concepirlo. Il suo ideale è l'amar di Dio, lo sposarsi a Cristo, l'essere sposa sia in senso terreno sia in senso celeste. La sede di questo ideale è il monastero, il convento: la giovanetta, prima di entrare nella vita agitata, rivolgendo in mente l'ideale cristiano, va a consacrare a Dio la sua esistenza. Il convento, guardato da questo punto di vista, non ha nulla di poetico. Quando il sentimento del convento o, per lasciare questa parola, il sentimento mistico di un essere che dimora in terra e vuol considerarsi come se fosse nel cielo, quando questo sentimento è immediato, non ancora in opposizione con la vita, se come è formato nella mente va a svilupparsi in un monastero; - diviene semplice espressione lirica, una canzone, un sonetto «per monaca», tema comunissimo nella poesia italiana. Non ci era poeta che non cominciasse i suoi esercizi con sonetti per nozze, terrene o celesti. Foscolo stesso dette il primo saggio del suo ingegno con un sonetto per monaca, che levò gran rumore a Venezia. Questi sonetti potevano essere una grande espressione poetica nei primi tempi, quando era vivo e possente il sentimento religioso, ai tempi di Santa Caterina e di Santa Teresa, ma divennero cosa arcadica ed accademica nei tempi posteriori, dopo che quel mondo era divenuto cosa abituale nella società.
      Quando questo misticismo, questa vita tutto cielo, acquista valore drammatico?


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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