Pagina (176/420)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Manzoni come poeta del secolo XIX voleva emancipare la lotta da questo elemento simbolico ed esteriore, presentarla direttamente, come in ogni tragedia, tra i personaggi e gli avvenimenti; e volle darci la lotta in Ermengarda tra l'amore di Carlo e la tendenza cristiana. Non occorre ripetere quello che vi dissi, sapete ora perché non è riuscito: sentite la lotta svanire in quel dramma in cui Ermengarda rimane un incidente: il substratum vero della poesia ivi è il Coro.
      Da questo fondamento cristiano non esce solamente una lirica più o meno drammatica, ma un nuovo mondo epico, in cui la storia è guardata con l'occhio dell'altra vita, come storia di Dio, del quale l'uomo non è che ombra, apparenza, strumento. Questo nuovo mondo epico si trova anche inviluppato negl'Inni: così nella Pentecoste, nella Risurrezione trovate un nuovo modo di considerare le cose umane. Centro di questo mondo epico è la morte che ci dà il sentimento della vanità delle cose: ci avete il pensiero di Petrarca:
     
      Veramente siam noi polvere ed ombra.
     
      Fondamento di questo mondo è l'elemento provvidenziale, la storia è considerata come opera della Provvidenza, come la storia di Dio: è il mondo come l'ha concepito Bossuet, e prima di lui S. Agostino. E notate: se il mondo rappresentato come storia di Dio fosse regolato da Dio come intelligenza o ragione accessibile all'uomo, poca differenza sarebbe tra questo concetto e il concetto moderno della storia, poiché Dio, comunque in diversa maniera ognuno se lo figuri, è il complesso delle leggi eterne secondo cui cammina il mondo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





Ermengarda Carlo Ermengarda Coro Dio Inni Pentecoste Risurrezione Petrarca Provvidenza Dio Bossuet S. Agostino Dio Dio Dio