Sentite l'infinito, avete innanzi l'immenso. Permettetemi ch'io vi citi una strofa:
La procellosa e trepidaGioia di un gran disegno,
L'ansia d'un cor che indocileFerve, pensando al regno;
E il giunge, e tiene un premioCh'era follia sperar;
Tutto ei provò: ecc.
Vi domando: - Quale effetto sentite vedendo tutti questi fatti, tutta la storia di Napoleone, così raggruppata insieme? - . Appunto un immenso orizzonte, che comincia dalla procella e va a finire a quella grande immagine pittorica:
Due volte nella polvere,
Due volte sugli altar.
Ma non basta che i gruppi sieno ben fatti e gli orizzonti vasti. Ci vuole lo sviluppo di questi orizzonti. Se avete innanzi un vasto cielo senza poter fermare lo sguardo in qualche punto, avrete vuota generalità; un sublime di concetti come in quell'
Ov'è silenzio e tenebreLa gloria che passò,
non il sublime pittorico. Questi gruppi hanno un proprio sistemadi sviluppo, che sarebbe sconveniente quando si trattasse di
rappresentare il successivo.
Presentando una serie di fatti aggruppati, l'effetto che vuolsi indurre nel lettore non è tratto da questo o quel fatto, ma da tutta la serie che opera con forza concentrica e condensata. Lo sviluppo nasce da' rapporti, ravvicinamenti o contrasti di que' fatti, tempi e luoghi diversi, costretti dall'immaginazione a riunirsi intorno ad una sola immagine.
Prendete il preludio, che comincia con suono di «gran cassa», il quale continua sino alla fine: perché qui, vi ho detto, c'è un sol motivo, una corda unica che vi tira fino all'ultimo, senza lasciarvi un momento di riposo: e già vedete là il sistema de' ravvicinamenti.
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Napoleone
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