Vedete nel Cinque Maggio qual è il carattere che prende il poeta:
Vergin di servo encomioE di codardo oltraggio.
Il poeta vede l'uomo, fatto
Segno d'immensa invidiaE di pietà profonda;
e si mette al disopra delle passioni contemporanee, spoglia l'immagine di quell'uomo dell'involucro di cui la coprono gli altri attori della storia, lo vede da un punto di vista più alto, quello della giustizia.
Questa tendenza Manzoni l'ha non solo dal suo colorito cristiano, ma ancora dalla sua natura pacata e calma, perché anche la natura del genio ha influenza sulla sua creazione; ma volere o non volere, in questa maniera di considerare la storia, penetra qualche granello di quella reazione che allora invadeva gli spiriti contro il secolo XVIII. Perché il peccato principale che rimproveravasi al secolo XVIII, era il profanare la storia, il travisare i fatti, il far servire la verità storica alle passioni politiche, al desiderio di libertà cui tutti gli altri interessi dello spirito subordinavansi. E il gran peccatore in Italia era Vittorio Alfieri, accusato perché nelle sue tragedie rappresentava un solo ideale, il suo; perché avea messo interamente da parte la storia, considerati i suoi personaggi fuori del tempo e dello spazio. Capite quindi perché Alfieri abbia avuto l'onore (perché questo è un onore) di essere principalmente segno agli strali della reazione del secolo XIX; e tra gli altri il nostro Carmignani fece allora una diatriba contro Alfieri. I più appassionati contro di lui furono i fondatori della scuola romantica in Germania, Federico e Augusto Schlegel, l'uno nel suo Corso di letteratura drammatica, l'altro nella sua Storia generale della letteratura.
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