E che è questa? È l'unità della composizione presa nel suo insieme, nella sua totalità. L'essenza dell'arte è la vita organica, la «forma vivente»; l'espressione di questa vita è la «totalità», in cui gli elementi stieno come parti, sieno «partecipi» delle idee, le quali fanno che quella totalità sia quella e non altra, e di essa fanno un individuo. Quando il sentimento del tutto trovasi nelle parti, allora tutto è vivente; quando ciascuna parte è per sé sola, quando si perde il sentimento del tutto, comincia la dissoluzione, o come direbbe Machiavelli, la corruttela.
Per uscire dalle astrazioni, prendiamo per esempio un tutto, lo Stato. Lo Stato non è questo o quello individuo, questa o quella istituzione, è la società nel suo insieme. Se manca il sentimento dello Stato in tutte le sue parti, allora Luigi XIV dice: - Lo Stato son io - ; il diritto divino dice: - Il governo mi viene da Dio - . Lo Stato è la totalità, il suffragio universale, diremmo oggi. Le parti di esso sono: il Re, il Parlamento, i Consigli Provinciali e Comunali, le Corti, le classi: borghesia, nobiltà, clero, popolo minuto, ecc. Quando è vivente lo Stato? Quando in tutte queste parti è vivo il sentimento del tutto a cui appartengono. Quando s'incancrenisce e si avvia alla dissoluzione? Quando il sentimento dell'insieme è smarrito nei singoli membri, quando per esempio quei funzionari, come li chiamano, non esercitano le loro funzioni per lo Stato, ma per interesse proprio, e le classi sono divise per moralità, intelligenza, benessere, concetto della libertà; quando trovate di quegli spacchi che formano il pericolo della società latina, di quegli abissi profondi tra la borghesia illuminata e il popolo analfabeta.
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