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      Manzoni con quella sua concezione s'ha creato una difficoltà che non esiste, e non trova ancora il mezzo di compenetrare il mondo dell'immaginazione e quello della storia. Qual è il risultato ottenuto da lui? Cercava nella tragedia di servirsi dell'arte per illustrare la storia. C'è riuscito? Il Carmagnola ha per voi interesse storico? Vi pare che l'autore vi abbia sciolto un problema storico? Se egli fosse stato pedante, se fosse stato un Rosini, se avesse fatto della prosa in versi, sarebbe riuscito; ma egli è artista e non raggiunge quel fine.
      Quegl'ideali che non han potuto penetrare nel mondo storico, per non adulterare la verità positiva, sono rimasti vivi; voi v'interessate dei Cori, di Adelchi che muore, di Carmagnola che muore, de' movimenti lirici che trovate qua e là nelle due tragedie, il resto non v'interessa. Così Manzoni voleva un fine e ne raggiunse un altro.
      Egli fa il Carmagnola, poi l'Adelchi e riesce a quel modo che avete veduto. Si dee convincere che c'è qualcosa di falso nella sua poetica. Allora pensa fare un romanzo: comincia, secondo il solito, studiando i cronisti del Seicento; poi, quando viene il momento della costruzione, credete che abbia cambiato poetica? No. Il genio ha la sua idea fissa, la sua ostinazione; e quella di Manzoni è di rappresentare il mondo positivo.
      Perché studia il Seicento? Per servirsi dell'arte allo scopo d'illustrare una storia di quel tempo. Il suo problema (non son io che lo dico, ma lui nel Discorso sul romanzo storico) è cercare un'azione poetica per rappresentare lo spirito di un'epoca.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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