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      Egli compone i Promessi Sposi perché gli Italiani avessero una conoscenza più compiuta di quel tempo; e il fatto che ci mette dev'essere mezzo a meglio farlo comprendere. Vengono fuori i Promessi Sposi. Che avviene? Quello che dovea essere mezzo, l'azione inventata, diviene il tutto; quello che dovea essere il principale diviene un materiale greggio e bruto in cui egli cela il suo ideale. Come Colombo che cercava le Indie occidentali e trovò l'America, egli cercava l'illustrazione storica e trova l'arte.
      Ciò nol rallegrò: lo stizzì anzi il vedere che i lettori accettavano il suo romanzo diversamente da come egli l'avea concepito.
      Questo nuovo Tasso, quando la virtù poetica s'indebolì, quando il critico vinse l'artista, ripensando al suo concetto, ai suoi fini, ai modi e al risultato, chiamò tutto a nuovo esame e pubblicò il Discorso sul romanzo storico, dove volle dimostrare che l'approvazione avuta fu effetto della moda, che i Promessi Sposi sono destinati a sparire come i romanzi di Scudéry, e così disse dei romanzi di Walter Scott. - Come critico, egli dice, riprovo il mio romanzo - .
      Ammesso come vangelo che il positivo sia fine a se stesso e l'arte semplice mezzo per compiere la storia, lo scopo del romanzo non è raggiunto, perché in se stesso assurdo.
      Difatti, Manzoni dice: - Avete due mondi: uno poetico, l'altro positivo. Lo storico studia per conoscere ciò che è avvenuto, il poeta per trovare l'ideale. Distinguete bene l'inventato e l'avvenuto, e avete due impressioni che si combattono.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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