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      Perciò quando uno stato sociale è guasto in modo che non vi si può più trovare un ideale poetico, viene l'idillio, si va in mezzo ai campi, esce Titiro, l'Aminta, il Pastor fido, ultimi ideali dell'Italia corrotta!
      C'è lì il contadino, la contadina, rimasti fuori il lezzo delle grandi città, serbando la purezza tradizionale. E l'autore de' Promessi Sposi è andato là, nei campi, a trovare l'ispirazione, i tipi per rappresentare il suo ideale. Manzoni aveva una villa presso Lecco; abitava colà e studiava il secolo XVII: stando in mezzo a quei contadini e a quelle «forosette», come dicono in Lombardia, ha potuto vedere quella natura incorrotta di cui si perde la memoria nelle città. Così le più belle ispirazioni a Raffaello Sanzio sono venute dal suo contado: di quelle facce pure delle sue contadine si trovano le orme anche nelle più belle sue Vergini.
      Là Manzoni trova un ideale puro. Già voi avete nominato i primi personaggi, il primo involucro di quella storia. Lucia, Renzo, Agnese, sono gente ignorante ma buona: credono in Dio ed eseguono con ingenuità i suoi precetti, un po' modificati dal parroco del villaggio, ma con l'animo schietto. Sopratutto prende Manzoni il suo ideale nella donna: Lucia è divenuta centro della sua storia.
      È una contadina che ha la fede senza che abbia mai domandato che c'è di vero e di falso nella religione; l'ha presa come l'è venuta dalla tradizione, per cui il suo ideale religioso è tutto morale pratica, perché la sua educazione viene da que' precetti che ella sin dalla prima età è accostumata a seguire.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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