Avete dunque una giovine ingenua, credente senza sapere che sia merito il credere, pudica, schietta, modesta, semplice ne' suoi modi. Né è un ideale esagerato: anche oggi si trovano fuori delle città contadine fatte a questo modo. Manzoni volendo farne l'ideale di una storia poetica, s'innamora un po' anche lui di Lucia, l'abbellisce un po' di soverchio, esagera alquanto il colorito, poco a poco quello diventa un essere innanzi al quale, egli dice, io e i miei lettori sentiamo riverenza.
Come fare accostare questo carattere, Lucia, al mondo positivo? Se fosse sola, apparirebbe in tutta la sua dissonanza col mondo infetto nel quale si trova. Manzoni le mette accanto due esseri, educati allo stesso modo, ma più vicini al mondo positivo, perciò più reali, capaci di alcune imperfezioni. Tutto ciò che è esagerato in Lucia diviene naturale in Renzo ed Agnese.
Renzo ha gli stessi sentimenti di Lucia in quanto a morale, ma è un uomo: un uomo che ha fegato, bile, passioni, impeto; e siccome la dura esperienza non gli ha ancora insegnato che volere non è sempre potere, egli crede con la forza vendicarsi, respingere gli ostacoli. Si vede in lui l'uomo inesperto della vita reale, e da ciò i suoi guai. Quando un personaggio si trova in mezzo alla realtà e non la comprende, e cerca oltrepassarla, nasce il comico. Renzo ha una parte comica: appunto quella parte ideale che risplende in Lucia, è in lui negativa.
Agnese è una donna fatta, ha esperienza, ha gli stessi sentimenti di Lucia e di Renzo, anzi ella li ha inspirati a Lucia.
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