Ho soggiunto «patetici», perché la vita ordinaria è in istato normale; ma quando uno di que' grandi avvenimenti percote un popolo, esso ha forza di rompere il corso ordinario dell'esistenza, di far sorgere nuove passioni, di stimolare la vita interna più inattiva, e spanderla al di fuori, come una di quelle tempeste che increspano la calma superficie del mare e gettano sopra ciò che è al fondo degli abissi.
Manzoni, con quella sapienza di combinazioni che già conosciamo dall'esame del Carmagnola e dell'Adelchi, fin dal principio presenta un quadretto di genere, dove vediamo in miniatura quegli avvenimenti impersonali: è la prima voce del mondo che deve nascere. Intendete che parlo della famosa orgia di don Rodrigo, e là quando il vino scioglie lo scilinguagnolo agli invitati, l'autore trova occasione di dipingere il piccolo mondo di Lecco, non solo, ma in iscorcio tutto il mondo lombardo del secolo XVII, che deve entrare nella storia; vi si parla della carestia, della guerra di Successione, de' tordibi possibili, vi comparisce il Conte-duca, insomma vi si travedono tutti gli avvenimenti impersonali e patetici.
Così ha fatto Manzoni per dare il colorito storico al suo mondo; ma la benedetta intenzione storica lo fa eccedere in un lato della rappresentazione di cui finora è stato maestro: nella proporzione e armonia delle parti; perché quegli avvenimenti sono guardati non già solo dirimpetto al fatto principale, ma in se stessi e nella loro importanza storica.
Alla prima pagina compariscono i bravi.
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