Ella, vedendo la sua casa, pensa? No, piange. Anche noi in simili casi prima di riflettere c'inteneriamo. Quelle che pensa Lucia son cose che una giovane non dice nemmeno a se stessa: per esempio quella casa le ricorda gli amori con Renzo, ma nella sua pudicizia non può tradurre ciò che ella sente in quel momento; i pensieri che quella vista le risveglia in mente e che non può dire a se stessa, si esprimono con una lagrima, che il poeta poi traduce in lingua poetica:
Addio, casa natale, dove sedendo con un pensiero occulto, s'imparò a distinguere dal romore delle orme comuni il romore di un'orma aspettata con un misterioso timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si compiaceva di figurarsi un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa. Addio, chiesa, dove l'animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dove era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l'amore venir comandato, e chiamarsi santo; addio!
È un movimento lirico del poeta, pel quale la temperatura bassa dipendente dai personaggi è rialzata ad un tratto e messa a livello del mondo più civile de' lettori.
Non si trova tra i poeti italiani antecedenti uno che sia in così diretta ed immediata comunicazione coi lettori, che pensi meno al mondo creato, quanto a spiegarlo, a farlo gustare, a ridurlo in proporzioni tali che non solo l'intelletto del lettore se ne compiaccia, ma anche il suo cuore ne sia avvivato.
| |
Lucia Renzo
|