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      Ecco il fenomeno psicologico: ed ora vedremo qual è il carattere esterno di quel fenomeno. L'uomo che ha coraggio mantiene in mezzo alle impressioni quello che si dice il suo sangue freddo; e l'uomo che non ha coraggio sottogiace ad esse, perde quasi la sua personalità, e smarrisce la calma. Per un esempio dell'uomo coraggioso, voi ricordate un motto di Napoleone, quando Canova gli dimandava: - Come volete essere dipinto? - . Egli rispose: - Dipingetemi calmo sopra un cavallo sfrenato - . Vedete per contrario don Abbondio sulla mula, ch'era un agnello, al dire dell'aiutante di camera del Borromeo, quand'egli tornava dal castello dell'Innominato, dove la strada era delle volte sur un rialto, o sur un ciglione, donde don Abbondio «vedeva sotto di sé, quasi a perpendicolo, un salto, o come egli pensava, un precipizio». E notate che «il come egli pensava» vi dice già che la paura gl'ingigantiva la realtà e gli faceva considerare precipizio quello che era un salto. La mula dunque, «secondo il costume de' pari suoi, pareva che facesse per dispetto a tener sempre dalla parte di fuori, e a metter proprio le zampe sul margine»; e don Abbondio tirava stizzosamente la briglia dall'altra parte, e diceva alla bestia: - «Anche tu hai quel maladetto genio d'andare a cercare i pericoli, quando c'è tanto sentiero!» - . Ma tirava la briglia inutilmente, continua l'autore, «sicché, al solito, rodendosi di stizza e di paura, si lasciava condurre a piacer d'altrui».
      Eccovi dipinta plasticamente l'una e l'altra forma: la forma del coraggio ch'è la calma, e la forma della paura ch'è la stizza.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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