Il ratto di Lucia è combinato da don Rodrigo col Griso. Il Griso travestito da pellegrino esplora la posizione della casa, ed altri bravi sotto la sua direzione vanno razzolando tutto il giorno pel paese, ed a quel fine. Si prevede tutto. Il padre Cristoforo, che s'era messo d'accordo col servitore, ed avvertito da lui, manda in fretta per avvertire Lucia ed Agnese. Lucia, Renzo ed Agnese hanno anch'essi preveduto tutto quello che la prudenza poteva dettare, e con quell'idea immaginata da Renzo, da far onore ad un giureconsulto. Tutto pareva andare a seconda, ma ecco che interviene il «caso». I bravi vanno a rapir Lucia, quando questa con Renzo ed Agnese va a sorprendere don Abbondio; Menico giunge quando Lucia s'era già incamminata, e trova invece ìl diavolo in casa; e sapete chi è il Deus ex machina? Il Deus ex machina è il sagrestano Ambrogio, il quale al grido di don Abbondio che chiama aiuto, con le brache sotto il braccio corre al campanile, ed afferrata la corda della più grossa campana, tira giù e suona a martello finché non vede un buon numero di gente accorsa.
Ed il comico, o signori, è che quella campana si ripercuote a' due estremi del paese, essa è sentita con terrore ugualmente da' bravi da una parte e da Lucia, Renzo ed Agnese dall'altra: avviene un timor panico generale, e tutti scappano; sicché un accidente naturale, vista la qualità di Ambrogio ch'era sagrestano, viene ad aggiungere una tinta comica all'insuccesso delle tre azioni.
Questo è l'intrigo del capitolo VIII: e se vi dovessi dire il mio avviso, vi direi che Manzoni non è stato felice nel rappresentare la conclusione, come egli è felice e maestro nel rappresentare i dettagli.
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