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      Tutto a un tratto s'oblia e rêve. Sogna una battaglia:
     
      E ripensò le mobiliTende, e i percossi valli.
      E il lampo de' manipoli,
      E l'onda de' cavalli,
      E il concitato imperio,
      E il celere ubbidir.
     
      Ahi! forse a tanto strazioCadde lo spirto anelo,
      E disperò; ma validaVenne una man dal cielo,
      E in più spirabil aerePietosa il trasportò.
     
      Quell'«ahi!» è uno degli effetti più poetici di questa poesia. Napoleone rientra in sé.
      Fin qui giunge il Napoleone terreno; adesso sparisce; e quando il subjetto sembra esaurito, vi s'apre un altro orizzonte non più doloroso: il cielo aperto, i giardini della speranza. Il Napoleone tanto glorioso divien pulvis et umbra, «silenzio e tenebre», ed il poeta, oltrepassando la parte caduca che pareva sì grande, l'oblia ed inneggia alla fede. Ma quest'uomo non deve finir così; il poeta ritorna a Napoleone quando sta per morire. Gl'implacabili lo perseguitano ancora con l'odio e con l'invidia. Perdonate alle stanche ceneri: sul letto abbandonato dagli uomini sta Dio.
      Tal'è questa poesia, vasta come Napoleone, una delle poche italiane che
     
      In poca piazza fé mirabil cose.
     
     
     
      III
     
      RITRATTO DI DON ABBONDIO
     
      Il romanzo dei Promessi Sposi è fondato su un ordine di idee religiose e morali che l'Autore vuol tragittare nell'animo dei lettori. Il concetto eroico n'è il sacrifizio delle passioni al dovere, alla fede: concetto rappresentato dal padre Cristoforo e dal Borromeo. L'Autore cerca personaggi atti ad esprimere questa idea, ed avete questo sistema nello splendore dell'ideale nel padre Cristoforo e nel cardinal Federigo Borromeo.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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