Quegli è la sintesi; la scuola comincia l'analisi.
Le qualitá, i lineamenti di Manzoni sono decomposti dai suoi discepoli, sviluppati quale in un senso, quale in un altro. Nasce da questo movimento che i difetti del caposcuola, misurati, tenuti a freno dal genio, escono fuori come bellezze, diventano maniera, e ciò è la degenerazione della scuola.
Le parti solide, profonde di essa, trovano altri uomini che le trasformano, danno loro nuovi impulsi, e lá è il progresso. Nella scuola di Manzoni un ramo degenera, un altro si sviluppa e va innanzi. Vediamo la degenerazione.
Manzoni, v'ho detto, è piú artista che poeta, è in lui una vena romantica tenuta a freno dalle potenti sue facoltà plastiche, un elemento positivo e storico che si sostituisce al processo ideale astratto. Pigliamo ora il suo compagno di camera, il suo amico, colui che egli ha piú amato, in cui egli riponeva le maggiori speranze, Tommaso Grossi. Chi è Tommaso Grossi? È il puro artista, il puro romantico, il puro storico; è la nuova tendenza di Manzoni spogliata di tutti i limiti in cui il grande poeta l'avea mantenuta. Andiamo ad un altro estremo, Niccolò Tommaseo è ciò che di piú nobile ed elevato è nel contenuto di Manzoni, cristiano, morale, patriottico, che esce fuori in modo artificiale, scompagnato dalla immaginazione e dalla fantasia.
Manzoni ha voluto cristianizzare il contenuto; e l'ha fatto in modo da non produrre opposizione e distacco. Mettete ora l'opposizione in luogo dell'armonia, il cristianesimo, il diritto divino che respinge il diritto naturale e umano, e avete Cesare Cantú e la sua Storia Universale, la maggiore delle sue opere, che è una lotta continua contro lo spirito moderno a nome dello spirito moderno.
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