Sono questi i primi passi d'un giovane. Non dobbiamo giudicarlo da essi. Però ricordate che la Fuggitiva fu tenuta un capolavoro, e per essa il Grossi messo al di sopra di Manzoni, specialmente in Lombardia ov'ebbe voga straordinaria. È la prima effusione dell'anima, un semplice abbozzo senza forme e contorni, ma ci si vede il carattere del romanticismo nella prima foga giovanile. Questo germe si trasforma e diviene frutto maturo nell'Ildegonda.
[Roma, 20 e 21 dicembre 1872.]
III
TOMMASO GROSSI
Terza lezione del prof. Francesco De Sanctis.
La situazione in cui il Grossi ha messo la sua Ildegonda è volgarissima, giá stata trattata da altri poeti. È una giovane alla quale il padre vuole imporre uno sposo, mentre ella ha giá un innamorato la cui immagine non può strapparsi dal cuore. Colta in tentativo di fuga con l'amante, è messa in un monastero col famoso dilemma: o nozze o monaca.
Ciò ricorda un po' la Gertrude dei Promessi Sposi, salvo che Gertrude è un carattere comune a molte, ricco di varietá, studiato psicologicamente dall'autore, e che risponde ad un tipo. L'Ildegonda è un carattere sui generis, una reminiscenza del Medio evo esagerata e che non risponde a nessun tipo. Lí fine ultimo estetico è un comico drammatico, qui il fantastico, il lirico e il sentimentale.
Una situazione sí semplice per sé sola può produrre i piú alti momenti patetici, senza che vi fosse bisogno di complicarla moltiplicando mezzi artificiali. Nel monastero Ildegonda ha tutti contro: il padre che la maledice, il fratello che cospira contro di lei e seduce il servo dell'amante, la badessa che vuole indurla a farsi monaca per dar piacere al padre, le suore che, vedendola triste, nervosa, la prendono in uggia.
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