Pagina (51/590)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Arnoldo si turba; quelle parole turbano anche Angiola Maria che, rimasa sola, si accorge di amarlo. È una giovane innocente, tutta chiesa e casa, con quel vice-curato vicino, istruito, poeta, che cerca mantenere illibata la vita della sorella. Ella, che non ha mai saputo che fosse amore, eccola ora innanzi a quel terribile mistero. Amare! Ma a lei sembra peccato il solo sentirne parlare. Amare un protestante, un uomo nobile e ricco, cosí distante dalla sua umile condizione, senza sapere d'essere amata, senza speranza: tutto questo si affolla alla mente della fanciulla e, secondo il solito, viene il delirio, lo svenimento.
      Vi attendete ora che il romanziere cercasse di sviluppare quell'amore in Angiola Maria; ma no, ella lo respinge come peccato, il suo tormento è di sentire che ama. Ecco una situazione lirica, incapace di svilupparsi e diventare drammatica.
      L'inglese conosce a Milano un dabben prete, e, mercé costui, si converte al cattolicismo. L'annunzia all'amata: non giova. Il padre lo maledice, lo caccia; egli torna in Italia povero, derelitto, spera di non trovare altro rifiuto; ma non giova. Infine le salva la vita una volta che la trova semispenta presso il villaggio, la fa guarire, le svela poi il suo affetto, le dice che è infelice, ed ella: tornate al vostro paese, fatevi perdonare da vostro padre, ed a rivederci tra un anno. Che è ciò? È la tisi che s'è dichiarata. La tisi è il Deus ex machina, essa consuma la fanciulla prima che l'anno si compia. Viene un giornale con la notizia che l'inglese ha sposato la cugina; ma Angiola Maria era giá morta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





Angiola Maria Angiola Maria Milano Italia Deus Angiola Maria