Nella Rosaura abbiamo visto una situazione molto drammatica, spuntata dall'autore e ridotta a quella forma riposata che era per lui l'ideale classico. Ci è la donna accanto al suo maestro di musica, e lí vibra una corda che immediatamente è spezzata; ci è la donna innanzi alle spade nude dei suoi fratelli che minacciano d'uccidere Pergolese, e non avete lá la donna atterrita, in contrasto con sé medesima; ma quasi una giá apparecchiata, che ha preso una risoluzione e risponde: mi farò monaca. Poi è la donna che, mentre sta per promettere a Dio il suo avvenire sente la musica dell'amante che la richiama all'amore terreno, ed anche lá quella figura ha la quiete di chi ha preso una risoluzione.
È un contenuto agitato, a cui il poeta toglie ogni movimento troppo irrequieto, per ridurlo al riposo d'una figura classica. In riassunto, la Rosaura del Baldacchini è un contenuto drammatico in forma descrittiva.
Ma in quel tempo accanto a tutt'i poeti classici di cui vi ho parlato, sorgeva qualcosa di non ancora formato, ma d'inquieto, che resiste al classicismo, e poi diventerá una scuola, la scuola del Malpica, del Valentini e di altri. Accanto agli esempi del purismo, sorgevano in Napoli nuove impressioni, il rumore di tutta una scuola giá formata; ci era giá il Foscolo, ci era Byron, venivano Manzoni, Tommaso Grossi, Carcano. Quali, in fondo, erano le idee che agitavano quegli uomini ancora ignoti, quei giovani?
Si diceva ai classici: il classicismo vostro di ritorno è una forma pagana, è l'armonia del corpo con lo spirito che costituiva l'ideale greco, e si rappresentava nelle forme belle, quiete.
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