Le passioni si sono quetate, egli guarda con occhio di filosofo e di cristiano convertito. Quel passato non è piú lirico, non piú drammatico, non legato con gli affetti che lo produssero; esce quindi in forma descrittiva e didascalica, descrizione fatta esternamente, come esso si presenta alla memoria, con le osservazioni che aggiunge l'uomo nuovo.
Ve ne darò esempio. Claudio Vanini ricorda sé stesso giovanetto, quando lasciò il bel cielo d'Italia e se ne andò in Isvizzera:
E valicai l'elvetiche Alpi. BelleLe incrostate dal gel rupi, e il profondo
Baratro, che s'apria sotto i miei piedi,
A me bello parea; bello quel cupo
Tuonar delle valanghe, e belle ancoraLe assidue gravi nebbie e le brumali
Aure pungenti, ch'io spirava insiemeCo' nimici d'Italia.....
Lasciando stare quest'ultima frase, molto in uso a quel tempo, e che non sappiamo come entri qui, vedete che le rupi e le valanghe e le nebbie una volta erano belle; ora ci aggiunge un parea; e vi contrappone le bellezze dell'Italia.
..... O del Tirreno
Placidissime rive, al sol dilette!
O veneta laguna, a tutte l'oreDa le leggiere gondole trascorsa
E dal canto de' vati!
Segue un pezzo a questo modo: quel che pareva bello ora è brutto, bello pel convertito è il riso calmo, riposato del cielo d'Italia. Poi vengono le osservazioni, ragiona come filosofo sulle sue impressioni, e lá avete le idee del poeta in forma didascalica.
Sacre memorie della patria! obblioDi voi me circondava: e fastidía
D'uno spontaneo immaginare i lietiDorati sogni e le armonie d'amore,
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