Pagina (76/590)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le passioni si sono quetate, egli guarda con occhio di filosofo e di cristiano convertito. Quel passato non è piú lirico, non piú drammatico, non legato con gli affetti che lo produssero; esce quindi in forma descrittiva e didascalica, descrizione fatta esternamente, come esso si presenta alla memoria, con le osservazioni che aggiunge l'uomo nuovo.
      Ve ne darò esempio. Claudio Vanini ricorda sé stesso giovanetto, quando lasciò il bel cielo d'Italia e se ne andò in Isvizzera:
     
      E valicai l'elvetiche Alpi. BelleLe incrostate dal gel rupi, e il profondo
      Baratro, che s'apria sotto i miei piedi,
      A me bello parea; bello quel cupo
     
      Tuonar delle valanghe, e belle ancoraLe assidue gravi nebbie e le brumali
      Aure pungenti, ch'io spirava insiemeCo' nimici d'Italia.....
     
      Lasciando stare quest'ultima frase, molto in uso a quel tempo, e che non sappiamo come entri qui, vedete che le rupi e le valanghe e le nebbie una volta erano belle; ora ci aggiunge un parea; e vi contrappone le bellezze dell'Italia.
     
      ..... O del Tirreno
      Placidissime rive, al sol dilette!
      O veneta laguna, a tutte l'oreDa le leggiere gondole trascorsa
      E dal canto de' vati!
     
      Segue un pezzo a questo modo: quel che pareva bello ora è brutto, bello pel convertito è il riso calmo, riposato del cielo d'Italia. Poi vengono le osservazioni, ragiona come filosofo sulle sue impressioni, e lá avete le idee del poeta in forma didascalica.
     
      Sacre memorie della patria! obblioDi voi me circondava: e fastidía
      D'uno spontaneo immaginare i lietiDorati sogni e le armonie d'amore,


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





Vanini Italia Isvizzera Alpi Italia Italia Tirreno Italia