Dirimpetto, su un altro balcone, è Arnoldo, amico d'Errico, cresciuto con lui dalla fanciullezza, marito di Elisa. Arnoldo guarda quella giovine nella gioia di sentirsi madre e sposa felice. I piú amabili, i piú gentili particolari con cui è rappresentata questa donna al balcone, fan sí che non si può piú dimenticare.
... E sorridea, veggendoLa rondine volar appo il suo volto;
Or con la cuccia, che il ricolmo senoLe investiva lambendo ambe le gote,
E fissando su lei gli occhi cilestriVia via piú innanzi si spingea proterva
Se la man le facea molle contrasto;
Or con gli astri gioiva, or con sé stessaAl gaudio del suo cor mite innocente,
Alla dolce di amor voce, che arcanoLe fea perenne favellío; disgombra
D'ogni sospetto or denudava il braccioAl raggio della luna, e mollemente
Sul balcon lo posava e poi sul braccioPosava il volto in languid'atto, ed ora,
Il gomito elevando, lo spingeaSul collo di un'amica, e a lei premendo
Con l'eburnee sue dita ambe le gote,
Per caro vezzo ivi venia segnandoLa rosa del pudor.
Un'altra volta splende in cielo la luna, ed ella l'accenna al bambino e minaccia tuffarlo in quel lume, stendendo le braccia. Arnoldo vede tutto questo, e la fiamma gli entra nel petto. Altro quadro è quando Teresa, di estate, essendosi bagnata nel giardino, uscita dal bagno mentre si riveste, vede Arnoldo che sta da lungi a guardarla. È tutta una successione di quadri che rappresentano come l'amore penetrò nel cuore di quella donna, ed all'ultimo... all'ultimo nel giardino è una stanza, la stanza degli adulteri, il marito aspetta il drudo e da bravo calabrese lo uccide e si fa brigante.
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