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      La figlia della nutrice, chiusa in convento, v'era morta di dolore. E sua madre dá ad Errico la chiave della casa di Arnoldo, perché possa compiere la vendetta comune.
      Arnoldo dorme nella stanza ch'egli chiama degli amori, nido delle sue dissolutezze. Si desta e vede innanzi a sé Errico col pugnale in mano. - Ecco una di quelle situazioni che in teatro destano grande aspettazione. - Non si difende, anzi si dichiara vinto, e: - se vieni per uccidere il traditore, ferisci, se per colpire l'uccisore di tuo figlio, disingannati - .
      Narra com'è avvenuta la morte del fanciullo. Egli amava molto quel fanciullo, ne racconta la fine, si commuove, piange, ed il padre, che era andato con la speranza di trovare il figliuolo o vendicarlo, innanzi al nemico che piange dimentica il proponimento, piange anch'egli, getta il pugnale, e viene una situazione che il poeta ha rappresentato felicemente. Sono due nemici a fronte, ma in quel punto entrambi hanno gli stessi sentimenti, per cui dimenticano i loro odii, si abbracciano:
     
      Mentre Arnoldo parlava e ancor l'estremaParola non moria nelle sue labbra,
      I dolori, gli affetti eran confusiIn quei petti nemici, e non avea
      Che un palpito concorde il cuor di entrambi.
      Piangeano entrambi su la stessa tomba,
      Su la stessa sventura ed il piú santoPensier dell'uno all'altro iva messaggio.
      Arcana voluttá che unisce in Dio
      L'alme nemiche e le ritoglie al mondo.
      E chi può dir quant'è la sua virtude?
      Come gli umani affetti ardon di luceNuova che scorre e ne riscalda il core?


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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