La folle, che vede il bimbo in mano del brigante e la spada nelle mani del padre, colpita da una di quelle violente impressioni di cui vi parlai a proposito del Grossi, torna in sé, si sente ancora moglie e madre; traversa la folla, va al brigante, e con uno «sguardo da regina» gli toglie il figliuoletto e fa cenno ad Arnoldo di seguirla. Ma il brigante lo trattiene. Intanto la nutrice, presa da rimorso, confessa al giudice che ha mentito, Arnoldo è assoluto, ma mentre si corre al campo per sospendere l'esecuzione, il brigante lo uccide. Poi se ne va co' compagni che cantano un bel coro, ove si sentono le impressioni che i monti e i boschi producono in essi. La folle fugge, tutto rimane in silenzio.
Scoppia una tempesta, rappresentata con molta vivacitá di colori. Sul campo sono due sole persone, Teresa ed Elisa. La traditrice s'inginocchia a piè della tradita, le chiede perdono, Elisa esita un po', poi la perdona pel suo figliuoletto, perché sente che deve morire e non vuole che la vendetta del cielo cada su lui. Rimane sola Teresa: si vede sola al mondo, senza figlio, senza marito, abbandonata da tutti: si precipita sul palco e s'uccide.
Ho voluto darvi la semplice ossatura del lavoro, perché aveste veduto dove il Mauro piglia l'ispirazione, le tendenze della scuola a cui appartiene. Ma, nondimeno, tutto quello è calato in un fondo cosí vero, e rappresentato da un'immaginazione cosí gagliarda, che lo vedete vivo innanzi a voi.
Ora non vo' fare il pedante. Non vi dirò che spesso la forma è scorretta, che spesso vi si sentono reminiscenze di Ossian e di Byron, con qualche cosa che si può chiamare una nuova mitologia; come quando Teresa, nel delirio, grida:
| |
Grossi Arnoldo Arnoldo Teresa Elisa Elisa Teresa Mauro Ossian Byron Teresa
|