L'affetto e la ragion: queste son l'aleOnde gode volar la poesia,
E trarre ad un'altissima immortaleRegïon, dove l'anima s'india.
Disïando salir però non saleIl vate, ch'atto a rinvenir non sia
Alcun modo recondito ed elettoD'armonizzar con la ragion l'affetto.
Come sviluppa questa tesi, perché è una tesi, non una poesia? Con una continua amplificazione rettorica e parla del foro
......dove l'innocenza posaContenta e fa di sé scudo a sé stessa;
e tira giú un'ottava, della chiesa, del teatro, dell'industria, del commercio, delle macchine moderne, e dimostra come in tutto ciò si vegga quella tale armonia tra l'affetto e la ragione, chiamando ragione le leggi di quell'attivitá e affetto que' particolari. Una cosa vera in sé stessa è resa un luogo comune.
Pieno il capo di affetto e ragione e loro armonia, quando muore la tanto prediletta da lui Giuseppa Guacci, egli, che pareva destinato a non scriver altro che canzoni funebri, compone versi e comincia cosí:
Addio, per sempre, itala Saffo, addio;
Dopo lungo soffrir l'anima bellaEcco ritorna al ciel, donde partio.
Quest'uomo, che nei sonetti faceva il filosofo, diventa qui critico e dove trova la bellezza delle poesie della Guacci? Voi l'indovinate giá: nell'avere saputo armonizzare ragione ed affetto.
La fama, anzi la storia al mondo interoDovrá quindi parlar di te sovente.
Pur questo dica, se dir brama il vero.
Dica: l'itala Saffo inclitamenteArmonizzar con la ragion l'affetto
Seppe, e nel core profondar la mente;
Cosí ch'ogni alto suo puro concetto,
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Giuseppa Guacci Saffo Guacci Saffo
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