Poi chiama Valentino ed Antonietta, fugge ne' boschi, diventa brigante. Quando sente avvicinarsi l'ultimo giorno dice a Valentino: tu sei vissuto quasi sempre con mia figlia, vi amate tanto, consacrate quest'amore quando io sarò morto. La giovane risponde: Eppure, mia madre morendo mi disse: non sposare Valentino.
Questi, che sente ricordare la donna morta per lui, sente voci che gli tolgono l'ultima speranza della sua vita, l'amore; fugge con Eugenio, giunge al torrente, vi si precipita e, come abbiam veduto, è salvato da Lionetto.
Vanno insieme Lionetto e Valentino. - Chi sei tu?, chiede il primo. E l'altro: - son un uomo senza padre e senza madre, vivo per potere un giorno incontrare colui che mi dette la vita e vendicarmi su lui della mia infelicitá - . E Lionetto:
... Vorresti iscellerar la manoDi tuo padre nel sangue? E Valentino:
Sento, che un giorno, che non è lontano,
Ambi di fronte ci porrá il destino.
Questo giorno m'incalza e il fuggo invano,
E invano è per foreste il mio cammino.
C'incontreremo, e qui dov'io mi esiglioL'infame padre si vedrá col figlio.
Che ci diremo allor? Forse nel pettoDi lui nasconderò l'onta del viso?
Stringerogli i ginocchi e benedetto,
Lieto vedrommi del paterno riso?
O forse eternamente maledettoScorrerò il Mondo del suo sangue intriso?
Oh! Dio solo lo sa, giudice iratoDell'empia lutta, a cui mi avrá chiamato.
Giunti ad una svolta, Valentino dice: Ora non piú, non seguirmi per questa via: m'hai salvato la vita e ti devo un consiglio: va per la via opposta - . Lionetto, parte curiositá, parte alterigia, lo segue di lontano; ma, a mezzo il bosco si vede innanzi un vecchio di truce aspetto che si finge eremita e con blande parole l'invita a seguirlo.
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