Perché, se la scuola lombarda die' fuori lavori secondari molto inferiori ai primi, è che questi trovavano eco attorno in una societá che sentiva l'azione, il movimento avvenuto fuori d'Italia. La letteratura calabrese è stata un'eco della letteratura italiana ed europea, presto svanita senza lasciar traccia. Ed il Padula ha avuto il buon senso di spezzare il suo plettro, e va lodato, mentre altri si agitarono poscia nel vuoto, come il Campagna.
Questo romanticismo meridionale, sorto con tanta originalitá e tanto sfoggio d'immaginazione, esagerato piú tardi, diventò, come vedremo, la leggerezza di Cesare Malpica, il vuoto fantastico di Pasquale De Virgilii.
[Roma, 2, 3 e 4 febbraio 1873.]
IX
LA LETTERATURA A NAPOLI
(Continuazione)
Nona lezione del prof. Francesco De Sanctis.
Fra il trenta ed il quarantotto, nell'intervallo di tolleranza concesso dalla reazione borbonica allo sviluppo intellettuale, abbiam visto sbucciare una poesia ispirata da Byron e dalla scuola lombarda; ma ad un tempo vivificata nella societá calabrese, non quale si vede nelle cittá, ma qual'era allora ancor ricordata nei boschi, nelle campagne, tra gli antri dei banditi, nei conventi solitarii della Sila. Tutta questa vita locale si muove in quella poesia e ne costituisce il lato originale. Ora, volendo conchiudere un giudizio sulla letteratura calabrese, diremo che l'Errico, il Valentino, il Monastero di Sambucina, per potenza di forma e vigore d'immaginazione, stanno innanzi a tutt'i migliori lavori di second'ordine della scuola lombarda: e son contento di averli cavati dall'oblio polveroso in cui giacevano e raccomandati alla vostra attenzione.
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