E non basta, non è solo Dio. «E degli astri eguagliar sembra la danza.» Pare un pitagorico che da giovane volga il pensiero alla danza delle stelle alla quale crede. - Tutto questo è artificio e convenzione, non vero sentimento: perciò è sentimentalismo.
Gran fabbro di sonetti era Francesco Ruffa, noto per versi fatti con molta maestria e correzione. In uno di questi vuol rappresentare il ritorno d'un vecchio al suo paese dopo molti anni. Sceglie uno de' momenti piú strazianti della vita. Tornare e non trovare piú i cari parenti ed amici, trovar tombe dove partendo furono baci e carezze, i pochi superstiti mutati come lui stesso. È un complesso di sentimenti che, sviluppato bene, produrrebbe un sonetto d'aria non dirò tragica, ma elegiaca. Però il Ruffa è incatenato nelle forme classiche, e tutto quello non è rappresentato, è descritto. In ultimo, dopo aver parlato dell'emozione del vecchio, credete finisca col sentirla lui o con farla sentire a noi? Finisce con acutezza, che mostra uno spirito freddo:
Non son che nudi nomi in marmo impressiI cari miei, e tra lor tombe or meno
Lá dov'ebbi i lor baci e i loro amplessi.
Sentimenti veri cristallizzati, perché descritti, non rappresentati nel movimento della vita.
E mentre ch'io tra nova gente movo,
Pochi ravviso tramutati anch'essi,
Sento quel che mi manca e quel ch'io trovo.
Dite se nelle ultime frasi è la commozione e la semplicitá richieste dalla natura del soggetto.
Vi ho parlato di tutta una materia idillica, fiori, preghiere, fanciulli.
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Dio Francesco Ruffa Ruffa
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