Tutto ciò non ha scosso l'apatia degl'italiani, né dato voga a quelle poesie che pure sono due grossi volumi che paiono dizionarii. Oltre le traduzioni, vi sono canti, le Ultime ore del condannato a morte concepite e scritte prima del romanzo dell'Hugo, drammi storici a grandi proporzioni, - il Masaniello, i Vespri Siciliani, il Cola da Rienzo - poi qualche cosa come la Divina Commedia e il Faust, un vasto poema drammatico, la Commedia del secolo. Consumò venti anni in questi lavori che meritano una critica piú ampia, e ne tratteremo nell'altra lezione.
[Roma, 9 e 10 febbraio 1873.]
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LA LETTERATURA A NAPOLI
(Continuazione)
DECIMA LEZIONE DEL PROF. FRANCESCO DE SANCTIS.
Pasquale De Virgilii non è espressione d'un romanticismo temperato come quello di Manzoni e della scuola lombarda; ma del romanticismo francese, rivoluzionario, che, insieme con le aspirazioni liberali del 1830, giungeva in Napoli sotto la protezione di un gran nome - Victor Hugo. Per farvi comprendere il De Virgilii, vi dirò la differenza tra la scuola lombarda, e specialmente Manzoni, ed il romanticismo francese, che dal trenta in poi fu in lotta cosí aperta contro i classici francesi.
È la stessa differenza tra lo spirito italiano ed il francese. Manzoni vuole una nuova letteratura; ma non fa sfoggio di parole nuove, non si dice nemmeno romantico, non si pone come contraddizione assoluta contro i classici, fino ad un certo punto cerca accordo e conciliazione con la scuola del Monti. Da lui sono usciti certi principii che, messi con giusta misura, han fecondato, ed anche oggi fruttificano come inizio della scuola artistica realista, come tendenza che ancora ha bisogno di sviluppo: ormai, non appartengono piú al romanticismo, sono patrimonio della coltura contemporanea.
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