Il protagonista non è unico. C'è innanzi tutto il popolo, mosso da tutti quelli che ne vogliono fare un loro strumento e che sono altrettanti protagonisti. C'è Giulio Genoino, pagato dal vice-re, che fa la spia, arringa il popolo, provoca la ruina di Masaniello, di cui si finge amico. Poi il duca di Maddaloni: con l'aiuto del popolo cerca rovinare il vice-re ed innalzare l'aristocrazia. C'è il vice-re, un Machiavelli spagnuolo, un figlio dell'Inquisizione, che cerca il danno dell'aristocrazia e del popolo per rimanere padrone, ed usa senza scrupolo ogni mezzo, delazione, calunnia, veleno, congiura, assassinio. Masaniello è prima avvelenato da lui, poi ucciso nel convento del Carmine dai satelliti del vice-re. Infine è Masaniello, piú vicino al popolo, sincero, primitivo, audace, con tutte le qualitá che possono rendere popolare un uomo in certi momenti straordinarii, e che nondimeno, avendo intelligenza poco sviluppata, si fa gabbare dal Genoino e dal Maddaloni, avvelenare dal vice-re, fucilare da congiurati. Il Masaniello storico è qualche cosa di piú profondo di quello immaginato dal De Virgilii. Vero protagonista rimane il popolo, tirato qua e lá da' furbi; a volta a volta entusiasta per Masaniello e suo nemico, grida crucifige a colui cui testé ha gridato evviva; dopo essersi tanto dimenato, dopo aver tanto gridato, torna schiavo come prima. Il fatto storico pare prodotto dall'opera di coloro che attorniano il popolo, ma in realtá deriva dalle sue stesse qualitá, come la credulitá, la volubilitá, l'ignoranza.
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