Pasquale De Virgilii si avvicina al suo argomento con tutto un sistema metafisico in capo.
Un tempo la filosofia era poetica, come nei primi tempi della filosofia greca: da quelle visioni piú che ragioni filosofiche uscí il celebre poema di Lucrezio, De rerum natura, storia del mondo epicamente rappresentata e didascalicamente spiegata. In Dante è lo stesso concetto filosofico e teologico insieme, non ancora sceso nella vita, e perciò rappresentato nell'altro mondo. Il fondo è didascalico, la forma descrittiva e narrativa; una successione di quadri ne' tre mondi. Che cosa vi raffredda lá dentro ed apre la via ad un nuovo poema? È che le idee diverse non sono rappresentate in lotta fra loro, com'è nella vita; l'autore, da filosofo, le separa sí che una sia prima analizzata e distinta, poi un'altra, poi un'altra. Ma l'inferno, il purgatorio, il paradiso nella vita sono elementi coesistenti, il male è accanto al bene, la penitenza accanto al peccato.
Nel Faust è lo stesso concetto, è una storia del mondo, ma calata in terra, gittata in mezzo alle lotte ed alle contraddizioni della vita.
Dante presenta la storia in forma epica, narrativa e descrittiva, Goethe la rende drammatica, è Faust, che, messo fra gli uomini ed enti soprannaturali, percorre tutti i cicli della vita.
Pasquale De Virgilii ha voluto imitare il Faust. Se dovessimo guardare il concetto nudo del suo lavoro, non è cosa da attirare il riso, come ho visto accadere talvolta. - Pasquale De Virgilii. - Ah! si è risposto sorridendo, l'autore della Commedia del secolo.
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