Altri sostenevano con Voltaire: Tous les gendres sont bons hors le gendre ennuyeux. Poi erano questioni se la poesia potesse o no rappresentare lo strano, l'immorale, il brutto. Ormai tutto ciò non ha piú senso. Tutto quello ch'è in natura ha diritto di essere nello spirito, tutto ciò che vive ha diritto di interessare. Con questa condizione che, come la natura interessa quando dá vita, cosí lo spirito può interessare quando imita la natura, quando dá vita organica alle sue creazioni.
Pasquale De Virgilii ha la potenza organica - la fantasia - di cavare da un'idea un mondo imitato ed organico come cosa naturale? È in lui grande facoltá inventiva, grande abbondanza di concetti, spesso nuovi, un'immaginazione che, se non si può dir di prim'ordine, ha in certi momenti i suoi baleni, la sua genialitá. Manca la fantasia, quale la trovate ne' lavori di Dante, di Goethe, anche di Victor Hugo - quantunque questi non sia sempre eguale - in cui sentite un mondo organico. L'invenzione in poesia è nulla. Che importa che Ariosto abbia preso da altri le sue creature? E nemmeno l'immaginazione è la facoltá piú importante, perché dá celeri abbellimenti che non vengono dall'intimo dell'idea che dovete rappresentare e di cui vi dovete appassionare, se volete cavarne un organismo.
Prendiamo uno di que' canti, l'Impiccato. È un uomo che ha provato la corda e poi torna a vivere. Il concetto è originale, l'indifferenza, la curiositá, la volgaritá in coloro che circondano il condannato, la passione nell'animo suo.
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